Festival Nazionale Economia Civile: “Persone, luoghi, comunità: l’economia che ri-genera”La parola al Presidente della Banca di Credito Cooperativo di Ostra e Morro d’Alba, Paola Petrini, dopo l’evento di Firenze.
“Tornare a Firenze è sempre una gioia, ma ritrovarsi nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a rappresentare il mio Territorio al Festival Nazionale dell’Economia Civile in un momento storico ed economico tanto delicato, mi ha davvero emozionato.
Non tanto per la location e la solennità dell’evento, ma soprattutto per la valenza anche emotiva della circostanza: ho contribuito CON e PER la mia Banca all’avvio di un percorso culturale nuovo, che rimetta al centro del sistema la Persona con progetti di sviluppo inclusivi in una sorta di RI-GENERAZIONE dell’economia e, con essa, della società, provata dalla più grave emergenza che il Paese ha dovuto affrontare dal dopo guerra“. Così, Paola Petrini, Presidente della BCC di Ostra e Morro d’Alba, al rientro dalle tre giornate di Firenze (25/27 Settembre 2020 ndr), organizzate da Federcasse, Confcooperative, NeXt (Nuova Economia per Tutti) e SEC (Scuola di Economia Civile).
Mentre gli altri Istituti di Credito e Gruppi Bancari nazionali sono impegnati, come vediamo tutti i giorni, nelle rivisitazioni di sé e nei “rimpasti” per garantirsi la sopravvivenza ed i mercati, il Credito Cooperativo ha dato vita ad un “laboratorio” di caratura nazionale, con gli interventi delle più esimie Autorità (il Presidente della Repubblica Mattarella, il Presidente del Consiglio Conte, il Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, i Ministri dell’Ambiente e per le Pari Opportunità e la Famiglia, il Presidente di Federcasse Dell’Erba, il Presidente di Confcooperative Gardini) e dei più insigni studiosi (il Direttore del Festival Nazionale dell’Economia Civile e cofondatore di NeXt, Leonardo Becchetti, Luigino Bruni, Professore di Economia all’Università Lumsa di Roma e Presidente SEC, Stefano Zamagni, Professore di Economia Politica all’Università di Bologna e Presidente Pontificia Accademia Scienze Sociali), nel quale ascoltare e studiare, discutere e concretizzare – per contribuire con idee e paradigmi tipici dell’economia e della finanza civili – allo storico “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza“. Per disegnare cioè e condividere nuovi modi di governare, di amministrare la cosa pubblica, di fare impresa e fare banca, partendo dall’analisi delle origini della crisi socio-economica e facendo tesoro degli errori del passato.
“Perché“, continua il Presidente Petrini, “il Credito Cooperativo avverte la responsabilità di dare al Paese un segnale forte: in mezzo a tanta incertezza e instabilità, occorre farsi portavoce del concetto che ripartire non solo è giusto e doveroso nei confronti dei territori che, capillarmente, si affidano al Sistema Cooperativo, ma anche indispensabile. Le BCC infatti, con oltre 1.330.000 Soci sul territorio nazionale, sono oggi l’unica presenza bancaria in ben 650 Comuni italiani, per oltre il 90% con meno di 5.000 abitanti“.
Durante il Festival tutti i partecipanti sono stati coinvolti come protagonisti di un grande “Piano di ri-generazione”: partendo dalle storie e dalle testimonianze delle relatrici e dei relatori, sono state condivise, nel corso degli interventi, idee e proposte da presentare nel panel finale della manifestazione. Tante sono state le occasioni di confronto e incontro sulla validità di modelli economici alternativi a quelli di un pensiero unico, che ha mostrato tutti i suoi limiti.
Se ne è concluso che, siccome, come sosteneva Antonio Genovesi, fondatore dell’economia civile, “è legge dell’universo che non si può far la nostra felicità senza far quella degli altri“, ora più che mai occorre lanciare le basi per un nuovo Umanesimo, volto a recuperare una visione comune di fiducia, a ribadire il valore e la qualità delle relazioni tra le persone, a puntare al ben-essere in senso lato (rendendo disponibili a tutti i beni che contribuiscono alla crescita individuale e collettiva), alla reciprocità-mutualità, a valorizzare insomma il capitale umano e sociale di cui la Penisola è ricca.
Si è data quindi voce ed ufficialità a quell’impostazione dell’economia civile che non è mera utopia, ma esperienza concreta, estrinsecazione cioè del “rappresentare la differenza”proprio delle Banche di comunità che, dando valore al “credito di relazione” (strumento essenziale di tenuta dei territori e delle comunità), come in questi mesi di pandemia, praticano la cosiddetta cooperazione mutualistica di credito.
Questa “Tregiorni” fiorentina del credito Cooperativo, che ha consentito per la prima volta agli ospiti in sala di divenire protagonisti attivi, partecipando ai Tavoli di lavoro pomeridiani, è stata anche l’occasione per presentare la “Carta di Firenze“, il manifesto programmatico dell’Economia Civile, frutto della rielaborazione dei mesi segnati dalla pandemia e dalla crisi ambientale, i cui “impegni”, auspicano gli organizzatori dell’evento, possano venire condivisi da tutto il mondo economico (non solo le BCC), accademico ed istituzionale che dovranno divenire interlocutori attenti delle istanze di cambiamento, realmente ispirate al bene comune. Questi i punti del documento: sostenere il valore del lavoro e delle persone, credere nella biodiversità delle forme d’impresa, promuovere la diversità e l’inclusione sociale, valorizzare l’impresa come luogo di creatività e benessere, investire nell’educazione e nella promozione umana, proporre una nuova idea di salute e benessere, coltivare il rispetto e la cura dell’ambiente, attivare energie giovani, innovazione e nuove economie.
“Dalla partecipazione a questo importante evento nazionale“, conclude il Presidente della BCC di Ostra e Morro d’Alba, Paola Petrini, “ho desunto l’opportunità di riflettere sul modello di società che possiamo e dobbiamo costruire. Per superare la crisi che stiamo attraversando e progettare il futuro che ci attende serve un’economia attenta ai luoghi, alle comunità, alle persone e all’ambiente. Un’economia che, secondo lo slogan del Festival, ri-genera, dando voce a una società civile in movimento.
In fondo, è un po’ la nostra filosofia, quella che, forse, da saggi precursori dei tempi, applichiamo nella nostra BCC (improntando il nostro lavoro sul pieno rispetto della Persona, degli impatti sociali e del valore sostenibile) e che ci ha permesso di reggere alla crisi e rimanere sulla breccia“.